SPAZIO FLUIDO

PROVINCIA REGIONALE DI CATANIA & UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CATANIA

Testi realizzati dagli studenti del corso di giornalismo “2009 – Medianet” 

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L’OPPOSTO CHE ROMPE GLI SCHEMI

La vita prosegue frenetica. Incessanti si susseguono le attività d’ognuno. Una corsa perenne contro il tempo. Gli orologi scandiscono la battaglia contemporanea decidendo vincenti e perdenti. Non c’è tempo per riflettere, pensare, amare. Il tutto si trasforma in un semplice surrogato di quel semplice ma profondo termine “vita”. Claudio Arezzo di Trifiletti osserva questo scorrere incessante, lo accoglie, vi si immerge cercando di coniugare il materiale con lo spirituale. Il mezzo indispensabile per questo processo di restaurazione dell’essenza umana è dato dall’arte. L’anima si immerge in essa. L’unica essenza incorruttibile dunque si erge come protagonista dell’opera. Il pennello non vien mosso dall’artista che in questo caso, diventa semplice ed umile messaggero del vissuto d’ognuno. Le opere si prendono per mano disegnando, all’interno delle sale in cui sono esposte, un itinerante brillante e mai utopico. Il confronto con l’odierno è evidente. L’anima diventa una protagonista che, e questo rende il quadro speciale, si deve confrontare perennemente con il vissuto odierno. Le paure, i doveri e tutto il bagaglio che ogni giorno affatica il nostro quotidiano  è pienamente visibile all’interno dell’opera che, come in un’infinita stanza degli specchi, ci costringe al confronto. Arte come pugno e carezza. Duro confronto contro l’aspra realtà e rapida via di fuga verso mete ambite ma inesplorate. Il maestro Claudio Arezzo di Trifiletti è un messaggero speciale dunque. Invita a percepire quelle vie che, a causa dei ritmi frenetici, sono diventate piene di sterpaglie. Le immagini riducono gli elementi quasi arcaici che inducono al silenzio e al confronto con se stessi. Le figure si uniscono l’un l’altra per ricordare al fruitore di quest’arte che nella nostra vita odierna qualcosa si sta perdendo. Quest’elemento è dato dalla relazione interpersonale. Dal rapporto che rende speziata e speciale la nostra vita. Interiorità ed esteriorità, riflessione e confronto, materialità e spiritualità. Elementi che nella mentalità vengono classificati come “opposto”. Ed è proprio l’opposto il grimaldello che può scardinare i vincoli a cui tutti noi ormai siamo legati e che imbavagliano spesso la nostra anima. In questo modo è come se Trifiletti ci dia il coltello per rompere i legami che tengono stretti i nostri atomi permettendo così di farli scorrere liberamente seguendo l’anima che essi hanno dentro. Essi si muovono, seguono l’istinto, si adattano e non si senton rinchiusi. Essi dunque non sono confinati sono una materia irrecintabile sono uno “spazio fluido”.

Antonio Borzi

disegno - claudio arezzo di trifiletti
disegno – claudio arezzo di trifiletti

  VINTA LA SCOMMESSA DI TRIFILETTI: SUCCESSO PER “SPAZIO FLUIDO”

Trifiletti è un interprete del mondo, libero da schemi, portatore di un messaggio di pace. Dal 2007 stende per le strade teli bianchi, invitando la gente a calpestarli. Dai passi vengono fuori figure che s’intrecciano le une con le altre, si abbracciano. Le sue opere, realizzate con tecnica “Imprints”, prendono il nome delle vie sulle quali vengono stese e sono state esposte a New York e Barcellona. Come lui stesso ha affermato:  << Un corpo in movimento contiene vita, la testimonianza la si ottiene vedendo le tracce dei suoi movimenti, le sue impronte>>. Sovvertire il sistema è da sempre stato l’obbiettivo di questo artista fortemente credente, che ha saputo creare una sinergia tra professionalità, creatività e comunicazione e che ha insegnato anche ai distratti a cogliere le sfumature della vita.

Valentina Miraglino

imprints "painting abu dhabi"
imprints “painting abu dhabi”

   SPAZIO DI CONTAMINAZIONI CREATIVE

Un’Arte di colori spruzzanti, di smalti acrilici, di uso e riuso della materia. Un’arte che parla all’uomo contemporaneo, intrappolato in una vita seriale, incapace di cogliere il senso ultimo dell’esistenza. Claudio Arezzo di Trifiletti si fa interprete del suo tempo. Stende tele bianche in giro per il mondo, scatta istantanee di vita, ferma i corpi in movimento. Cattura le impronte dei passanti. Dando loro voce. Dando loro un’anima. Le orme sono il passato, il presente, il futuro. Qualcosa che rimane impresso in un mondo che va verso la macchinizzazione dei gesti. Dentro i centri commerciali. Nei supermercati. In spazi pubblici. L’arte di Arezzo vuole parlare a più persone, raggiungere la gente comune, i non addetti ai lavori. Luoghi che l’arte invade, trasmettendo immagini subliminali, influenze positive.

Ilenia Vecchio

Claudio Arezzo di Trifiletti - Paris 2006
Paris 2006

<< Non c’è stato un momento preciso della mia vita in cui mi sono avvicinato all’arte. Credo sia nata in me quando ho aperto gli occhi alla vita per la prima volta. Non ho mai abbandonato i ricordi e loro mi hanno ricambiato dando voce e materia alle mie opere>>. Così esordisce Claudio Arezzo di Trifiletti, artista catanese noto per la spontaneità espressiva delle sue produzioni, in occasione dell’inaugurazione della sua mostra personale, allestita in uno dei più noti studi legali della Sicilia, “Gitto & Partners”. Dietro le quinte di questo evento si materializza il pensiero di un uomo semplice, legato ai valori e ai sentimenti tradizionali, ma con una visione “innovativa e in continua evoluzione”. << L’arte non ha confini – spiega l’artista – e, con la sua infinita ricchezza, dissolve le barriere ideologiche per esprimersi in qualunque contesto. Essere un artista, ai tempi d’oggi, significa avere il coraggio di combattere contro il processo di massificazione attuato dal sistema, che annulla la bellezza della diversità. Nessuna professione, nessun ruolo sociale può privarci della nostra identità. Con le mie opere voglio ridare luce al mondo interiore dell’uomo, liberandolo da sterili preconcetti>>.  Claudio Arezzo di Trifiletti lascia un messaggio ai suoi fruitori: non abbandonare la ricerca di se stessi. La quotidianità e il ticchettio inesorabile del tempo hanno costruito gabbie d’oro per l’uomo ma non possono spegnere la luce della sua esistenza.

 Carla Grasso

imprints paris

 “SPAZIO FLUIDO”: UNA FABBRICA TRA TOGHE E PENNELLI

 Lo studio legale Gitto & Partners, in viale XX Settembre 28 a Catania, si modifica geneticamente, si trasforma in un vero e proprio museo permanente d’arte contemporanea e diventa il luogo-culto delle opere dell’artista Claudio Arezzo di Trifiletti. Nella società “liquida” non c’è tempo né luogo e la definizione non è contemplata. Nello “Spazio Fluido” – è questo il nome scelto dal maestro per l’iniziativa – la contaminazione è totale e assoluta: in un palazzo antico si scopre un habitat pronto ad accogliere le esigenze espressive di un giovane artista; le pareti bianche sono assalite dai colori vivaci e abbaglianti di tele monumentali; la fisicità della creazione artistica con la razionalità della produzione intellettuale; lo spessore e i grumi delle pennellate distraggono da scaffali senz’anima e stracarichi di pratiche; cultori della legge della logica ferrea, in vestito grigio o blu e senza neanche una ciocca fuori posto convivono con le centinaia di occhi, visi, sguardi, corpi che – in ogni forma e dimensione – traboccano dai muri. Ambienti ampi e raccolti si avvicendano lungo corridoi stretti aperti alla luce da feritoie che si affacciano sull’edificio: tutto sembra concepito in funzione di quei grovigli geometrici dai colori acidi o infuocati, o degli “Imprints”, le tele che l’artista si è divertito a stendere lungo i marciapiedi di Berlino, Barcellona, New York aspettando che chiunque ne avesse voglia le calpestasse lasciando la sua impronta. Se Theodor Adorno scriveva: “il compito attuale dell’arte è di introdurre il caos nell’ordine”, secondo Arezzo di Trifiletti dall’apparente caos della sua arte traspaiono un ordine, un’energia, un credo, un ottimismo esistenziale che potranno certamente rivelarsi fonte d’ispirazione per i giovani collaboratori dello studio legale.

Danila S. Giaquinta

claudio arezzo di trifiletti - berlin 2008
berlin 2008

Attraverso opere che valicano i generi, si scardina “un sistema che ostenta sempre più freddezza, che esclude l’autenticità dell’essere umano, che innalza barriere ed esibisce apparenze”. Uno spazio in continua evoluzione, specchio di una realtà multiforme, che l’artista coglie lasciandosi influenzare dai luoghi e dai personaggi incontrati lungo il suo percorso di vita. Luogo in cui sfilano immagini stravaganti ed euforiche, impresse su quadri, che riempiono le pareti di stretti corridoi. Un ambiente rilassante che favorisce la concentrazione, contribuendo a creare una situazione vitale e positiva dove le persone sono incentivate a prendere consapevolezza della gestione del proprio lavoro, restituendo un migliore rendimento. Un luogo fisico che identifica, un fantastico mondo a se, una realtà virtuale come quella rappresentata nelle opere del maestro Trifiletti. Un riuscito connubio tra diverse visioni del mondo, stili di vita e modi di concepire l’esistenza.

  Roberto Costa

Il sentimento in tasca - Claudio Arezzo di Trifiletti
Il sentimento in tasca

 LA FUNZIONE DELL’ARTE E’ UN SOGNO REALIZZATO

È proprio l’artista Claudio Arezzo di Trifiletti a spiegare la poesia che ruota intorno ai suoi quadri:<< Un dipinto è una sorta di creatura meravigliosa e la creazione di un quadro è come l’evento della nascita che al contempo rappresenta, ogni volta e per ciascuna di esse, la nascita dell’artista>>. Entrando con la mente all’interno del concetto spazio fluido, sembra che per ognuno di noi sia quasi un diritto vivere in ambienti colorati. Occorrerebbe lasciarsi indietro l’immagine della cultura fine a se stessa e sostenere, come ritiene l’artista, che oggi ci troviamo di fronte ad un’evoluzione del pensiero di vivere solo per ciò che ci appartiene. I colori, in tal modo, nel rispetto assoluto degli spazi, servono ad alleggerire la cultura. In molte opere presenti si scorge la rappresentazione dell’occhio del mondo in cui tutto intorno vi si dirama: un insieme di intrecci di vite, di urla silenziose, di risa accennate, di disincantata serenità, del tempo che passa, della storia e della memoria. E soprattutto la traccia di ciò che siamo, come nel caso del lenzuolo bianco poggiato sul quale l’artista fa lasciare le “impronte”dai passanti. Nel percorso artistico di Arezzo di Trifiletti esistono i colori come fonte di gioia, di storia d’amore (SPAM), di amore passato e amore eterno, di comprensione, di maternità, di luce. Ma viene utilizzato anche il nero per ricordarci che la vita è insieme ombre, sofferenza e dolore, nell’intensità del ricordo di quest’ultimo.

Veronica Mirenna

236 caixa catalunja
236 caixa catalunja

L’UOMO CONTEMPORANEO

Il contemporaneo è l’uomo moderno, circondato dal mondo. È un microcosmo in cui il tempo e lo spazio, la materia e lo spirito, proprio come fluidi prendono forma molteplice, mescolandosi tra loro in un caotico, ma passionale groviglio di identificazione e omologazione, solitudine e relazione, uguaglianza e diversità, che tormentano la sostanza di tutto l’essere. Con l’Imprints l’artista riesce a percepire tutta questa <<materia di vita che calpesta la terra, perché ogni corpo ha una vibrazione, una memoria: ogni movimento contiene vita e lascia una traccia di sé con la sua impronta>>. Così le tele di Claudio Arezzo di Trifiletti hanno raccolto nelle piazze di Bacellona e Berlino le orme della gente che vi ha camminato sopra e <<come con una veggenza tattile, esse vi hanno trasferito la loro memoria. Il presente e il passato vissuto, il loro spirito vario e multiforme>>. Queste immagini si traducono in <<colori che germogliano dal buio>>, come << il bene che illumina anche le tenebre>>.  Claudio Arezzo di Trifiletti definisce la sua arte come << la dimensione del pensiero, del dolore, della gioia, del riconoscersi in un mondo che corrompe, che etichetta l’uomo a scapito della sua unicità>>. Interpretando appieno l’intento dell’iniziativa, l’arte diventa una dimensione di non-tempo, non-spazio. Spazio fluido in cui una dimensione non esclude l’altra, come nella tela “Le ali della musica modellano la vita”, dove l’etereo può plasmare la realtà o, viceversa, proprio secondo leitmotiv tutto spirituale dell’artista, dove ogni cellula è un piccolo pianeta, per  cui la materia può rivivere negli schemi riciclati che fanno da cornice alle tele della storia d’amore di “SPAM”. Arte come spazio di libertà dello spirito, che riscatta l’uomo nella dimensione del lavoro.

Giusi Torre

cellula - claudio arezzo di trifiletti
cellula

 CLAUDIO AREZZO DI TRIFILETTI : IMPRINTS ED ARTE PER RIVELARE L’ANIMA DELLA GENTE.

<<Non mi importa quello che viene detto, ma solo ciò che sento, nella mia pittura rappresento i miei pensieri, il mio mondo interiore, ma anche quello di ognuno di noi>>, così si è espresso Claudio Arezzo di Trifiletti a proposito della sua arte. Un’arte che combatte un mondo globalizzato, dove non c’è spazio per i sentimenti e per le emozioni e dove l’uomo è vittima di un sistema che lo logora incessantemente, privandolo di quell’autenticità che lo rende una persona vera ed unica. Ridotta a vegetale l’umanità si dedica esclusivamente al lavoro, al guadagno, comunicando tramite mezzi elettronici e riponendo “in tasca” i propri sentimenti, il proprio mondo interiore, la propria personalità. L’arte di Claudio Arezzo di Trifiletti, denunciando tutto questo, rivendica all’uomo la sua identità, la sua essenza, la libertà di esprimere se stessi <<noi siamo un contenitore di pensieri, di ricordi che vanno all’onniscienza, a Dio, e sono questi che dobbiamo esprimere; l’arte ci avvicina a Dio ci fa sentire liberi, realizzati>>. A questo scopo risponde l’intento di collocare le sue opere, in modo permanente, in un ambiente professionale (il noto studio legale Gitto & Partners di Catania) perfettamente inserito in quel sistema globalizzato, assorbito dal lavoro, da montagne di documenti e pratiche da risolvere, dove non c’è spazio per i sentimenti, per la creatività. Un accostamento insolito ma significativo: << l’arte non può privarsi di nessuno spazio, ma deve sfruttare qualsiasi luogo per rivendicare se stessa, per ricordare all’umanità che la vera vita è quella che abbiamo dentro>>. L’artista ha trasformato le stanze, i corridoi di quello studio in uno “spazio fluido”, uno spazio che diventa altro, basta alzare lo sguardo per trovarsi immersi in un’altra dimensione, la nostra coscienza, dove creatività, arte ed emozioni ci avvolgono facendoci sentire liberi, trasportati dal cromatismo chiaro e luminoso, dalla caoticità delle linee, delle figure che si allungano e si intrecciano esprimendo quel disordine tipico del sistema così ingarbugliato, intricato. Ma dietro l’apparente caoticità di ogni tela si nasconde un ordine, un significato preciso: l’arcobaleno di colori, primo elemento che salta all’occhio, non solo infonde positività al luogo e a chi guarda immerso tra le varie sfumature, ma ogni colore veicola un sentimento: di gioia, di dolore, di amore, di speranza, da voce a quel mondo interiore precluso, ingabbiato, racconta delle storie, quelle della gente che ha calpestato i quadri dell’artista tra le strade di New York, di Berlino e della Spagna lasciando con la loro impronta una parte di sé in ogni tela. “La Cravatta” una delle opere di Trifiletti, posta all’ingresso dello studio esprime questo binomio perfetto di arte e professionalità, <<perché lavorare significa ascoltare quella voce sussurrata dal cuore>>.

Vinci Veronica Angela

cataloghi claudio arezzo di trifiletti
inviti

INUSUALE COMMISTIONE TRA ARTE E PROFESSIONALITA’: SPAZIO FLUIDO

Colori, pensieri, immagini trasversali e mai equilibrate, riflessioni sull’essere non più materiale ma spirituale. Soggetti e forme derivanti da una pura astrazione mentale che stravolge in maniera inesorabile la concezione spazio-lavorativo fin adesso concepita. Questo è “Spazio Fluido”. In un mondo intriso di fretta, orari, spazi ridotti ed incastrati tanto da formare il castello perfetto che ogni buon re vorrebbe costruire, tutto crolla di fronte la necessità di comprendere perché di questo strano modo di vivere. Il nostro è un concetto spazio-temporale che lascia ben poco all’immaginazione e che, come il ticchettio di un orologio, non lascia altra via di scampo se non il rincorrere questo balordo sistema che ci permette di stare a galla nella società moderna. Adesso basta. “Spazio Fluido” denota un nuovo concetto di luogo lavorativo arricchito di un surplus che riesce a creare un giusto riciclo energetico nell’ambiente di lavoro. Protagoniste dell’evento sono opere d’arte contemporanee. Non più solo scartoffie, documenti accatastati e monitor di computer simbolo della moderna fredda e lontana da i rapporti interpersonali, ma disegni, dipinti e quindi opere d’arte che con le calde pennellate entrano per direttissima dentro il subconscio di chi gli è vicino tutto il giorno: i lavoratori. Questa nuova filosofia, concepita dal maestro Claudio Arezzo di Trifiletti è stata sapientemente attuata dallo studio legale Gitto & Partners in viale XX Settembre a Catania e dall’associazione I Press. La mostra, dinamica ed elastica, muta col susseguirsi delle emozioni e trascina in un mondo meta-fantastico alla scoperta di un universo poetico che raramente ci appartiene ancora più se installato in un contesto produttivo.

Alessio Cascio

imprints amsterdam
imprints amsterdam

Passeggio lungo l’interminabile viale XX settembre incerto su dove andare, non conosco la zona, non so dove cercare il palazzo. Mi accorgo intanto che sento la stessa sensazione di incertezza e disorientamento nell’attesa di poter osservare la mostra di Claudio Arezzo di Trifiletti. È per me la prima esperienza di arte contemporanea dal vivo, e ancor di più in uno spazio tutto nuovo e originale rispetto alle solite mostre, mi dicono qualche giorno prima. Grazie ad alcuni colleghi mi trovo di fronte al palazzo dove si stava tenendo l’inaugurazione. Entro e inizio già a sentire come se stessi per entrare in altra dimensione. Inizio a salire una scala in marmo contornata da una lunga fila di candele che iniziano a creare una nuova atmosfera. Sembra come se sentissi in me sparire quasi tutta la mia razionalità. Rimane però intorno alla scena un’ombra di ragione data dal luogo insolito in cui viene esposto tutto, uno studio legale. Unire per la prima volta la fredda ragione alla calda colorata arte. Mentre osservo leggo così, tra i numerosi corridoi, i titoli delle varie opere, vedo molti temi riguardanti l’amore, e tutti i suoi contorni, anche negativi, un amore espresso nel bene e nel male. <<Nelle opere c’è spirito e anche carne, ci vogliono entrambe nella vita – spiega Claudio–e la chiave di questa è l’amore, con tutte le sue conseguenze, perché anche il dolore può diventare arte>>.  Osservando le sue opere noti un po’in tutte un contorno nero che delinea fortemente ogni figura. È un colore che sembra prendere vita e cerca di richiamare l’attenzione del lettore, vuole che tu veda quello che vede l’artista  che ti vuole trasmettere. Una sensazione definita da molti come “chiaroveggenza tattile”. Il maestro sente la “vibrazione” trasmessa da un qualsiasi oggetto, sia questo un tavolo, una strada, o qualsiasi altra cosa. Toccando, tastando quello che lo circonda, riesce a raccogliere informazioni, scopre che tutto è testimone ed è impregnato delle esperienze degli uomini che in passato, anche solo di sfuggita, sono entrati in contatto prima di lui con l’oggetto. Lo scopo dell’artista diventa così quello di estrapolare queste vibrazioni e manifestarle al mondo intero tramite la sua creazione. Soddisfatto e dopo aver visto e rivisto tutto con attenzione, esco dal palazzo, e torno sui miei passi con una visione un po’ diversa di tutto quello che mi circonda.

Ignazio Sardo

336 grimburgwal "imprints amsterdam"
336 grimburgwal “imprints amsterdam”

L’ARTE DI COMUNICARE AL DI LA’ DELLE CONVENZIONI.

<<L’arte incontra l’uomo ovunque poiché è manifestazione dello spirito; e l’uomo tramite essa ritrova se stesso>>. Con queste parole il maestro Claudio Arezzo di Trifiletti, presenta la sua idea di lanciare la propria mostra, “L’evoluzione del credo”, all’interno di un rinomato studio legale, al centro di Catania, nata dalla volontà di accostare l’arte al mondo dell’uomo in tutte le sue sfaccettature. La grande novità della location rappresenta il significato stesso del lavoro dell’artista: provate ad immaginare il bianco e nero delle carte di uno studio e a sovrapporre su di esse il colore delle opere d’arte; ciò che viene fuori è una sinergia e una commistione, che il fruitore riesce a riscontrare nelle stesse creazioni del maestro, creazioni realizzate utilizzando una molteplicità di tecniche e materiali; l’Arte che incontra tutti e in ogni luogo, adattandosi pertanto ad ogni ambiente e ad ogni spazio: “spazio fluido” è infatti il nome dato al progetto per spiegare con poche parole come “l’artisticità”, insita in ogni uomo, non incontra barriere o ostacoli di sorta, ma si adatta perfettamente ad ogni luogo e situazione, sconvolgendo l’oggettività ed ogni limite spaziotemporale. <<L’artista come guerriero sovverte le regole del sistema>>, afferma l’autore, e in questo sta la portata innovatrice del progetto, accolto con audacia dall’avvocato Giuseppe Gitto il quale prova ad essere il testimone dell’incontro di mondi solo apparentemente differenti: è il disgregarsi delle convenzioni legate alla professione, per ritrovare l’arte che è in tutto, che è nel mondo. Ecco allora che Claudio Arezzo di Trifiletti, che qualche tempo addietro aveva proposto una mostra all’interno di un centro commerciale nella provincia etnea, portando l’arte nel mondo del commercio, torna adesso a riproporre il progetto con ancor maggior audacia e perseveranza affrontando una nuova sfida. La mostra completamente gratuita, all’interno della quale ogni amante dell’arte riesce a ritrovare la propria anima, è il risultato di una lunga meditazione interiore che ha portato l’artista a scommettere, presentando le sue opere realizzate dal 2000 al 2009. L’idea accolta con entusiasmo da curiosi, intenditori e turisti, ha chiamato a raccolta molte persone, che immerse nella realtà dei “loro mondi”, sono riuscite per un attimo a perdersi nella gioia del colore ed essere parte di un tutto che si chiama Arte.

Adriana Lo Votrico

323 piazza del popolo "imprints roma"
323 piazza del popolo “imprints roma”

Perdendo quasi la cognizione del dove e del quando, ci si lancia verso un percorso spontaneo che conduce direttamente al cuore, alla parte più intima dell’anima umana, rimasta li custodita nelle opere. E, mentre ci si abbandona al caos, all’amore, alla sofferenza, a Dio, agli angeli, alla passione, alla vita in tutte le sue sfaccettature, ci si scontra con un uomo in giacca e cravatta, si notano le poltrone di pelle rossa, blu, bianca, le scrivanie di legno, le pile di documenti, la luce rossa del fax che lampeggia, la collana del diritto al lavoro li sullo scaffale, il post-it giallo sullo schermo del computer e forte è l’impatto con la realtà in tutta la sua concretezza, una realtà contemporanea come l’arte che l’avvolge ma che non sprezza la magia dell’ambiente, amalgamandovisi in uno spazio che riecheggia di vibrazioni. Un arte pulsante in un contrasto armonico con la sobrietà. Una pausa visiva in un luogo che si presenta ora più dinamico, colorato, vivo. Uno spazio fluido dove anche chi fa un mestiere come quello dell’avvocato possa evadere, ispirarsi, esprimersi come <<contenitore>> di un pensiero che va all’onniscienza>>, ci dice Claudio Arezzo di Trifiletti, << Perché anime grandi strette in corpi piccoli diventano anime inquiete>>.

Adriana Longo

Vestirsi d'Anima - Claudio Arezzo di Trifiletti 2008
Vestirsi d’Anima  “2008”

 ARS E IUS SI “MOSTRANO” IN UN’UNIONE PERFETTA.

Ragione e sentimento, dunque, si avvolgono in un caldo abbraccio all’interno di uno dei più rinomati studi legali catanesi che, con grande lungimiranza, ha deciso di rivestire le bianche pareti di un appartamento stile liberty, dei colori e delle forme  delle opere del giovane artista. Due dimensioni dell’essere umano, la fredda razionalità e la logica del lavoro, da un lato, e la religiosità che nasce dai misteri dell’esistenza, dall’altro, si fondono in un ambiente in cui ogni tela è una finestra sul mondo, l’inizio di un viaggio in una terra che non ha confini, di un percorso che ciascun essere umano sente il bisogno di solcare. L’effetto? Permeati dalla vivacità dei colori e dall’energia dei tratti, ci si sente avvolti in un armonica dimensione in cui tutto ci riconduce al vero significato dell’esistenza umana. Non poco per un ambiente in cui si è insoliti analizzare la realtà umana con gli occhi cinici della ratio. Insomma un connubio insolito, a prima vista, ma in realtà, è un esperimento di grande genialità. “Spazio Fluido” nasce proprio da un’idea dell’avvocato Gitto, che finita la ristrutturazione del suo studio, ha deciso di farne uno spazio espositivo. <<Si tratta naturalmente di un’operazione di marketing – spiega l’avvocato – ma prima di tutto, ho voluto dar vita ad un ambiente lavorativo più armonico, in cui possa esserci quel “quid pluris” per la concentrazione>>. Pare, quindi, che gli intenti dell’avvocato e di Claudio Arezzo di Trifiletti si siano congiunti. L’artista, infatti, parlando della sua arte collocata in questo insolito ambiente, si augura che la vivacità di forme e colori delle sue tele possano essere fonte di energia e di ispirazione per coloro che vi lavorano. Svolgere la propria attività lavorativa in uno spazio circondato da un’arte positiva che, nel turbinio di curve e colori forti, conduce alla scoperta degli angoli più reconditi dell’animo umano, comporterà non pochi effetti positivi sull’atmosfera che già alcuni impiegati dello studio definiscono <<conturbante, rilassante e di grande ispirazione>>. L’aspetto più interessante di questo evento, totalmente nuovo per la nostra terra, è che i quadri di Claudio Arezzo di Trifiletti rimarranno in mostra permanente all’interno dello studio che aprirà ogni giorno le sue porte al pubblico.

Loredana Maio

Ad ogni azione corrisponde una reazione "2010 Arezzo di Trifiletti"
Ad ogni azione corrisponde una reazione “2010”

 CATANIA COME BERLINO

Le scale arricchite di candele creano un ambiente Suggestivo, l’eleganza delle stanze rimanda ad Un presente di classe che spesso i media e la quotidianità non ci fanno percepire nemmeno lontanamente. Tantissimi gli spazi, eppure ognuno di essi è ricco del senso di vita spesa non solo tra carte e cause; e infatti chiedendo, Salvo, un dipendente, afferma. <<l’Avvocato è complicato, estroso e creativo>>. Muovendosi tra i corridoi i colori di queste opere illuminano le migliaia di libri accuratamente riposti nelle librerie delle numerose stanze dello studio. E già ci si immagina i volti di chi lavora li dentro, di chi seduto dietro quelle scrivanie imponenti non sta solo chino sulle carte, teso col collo dolorante ma persone, professionisti che vivono con serenità, trasporto e viva partecipazione il proprio ambiente di lavoro. Così ogni operatore può sentirsi artista, è come se si trovasse ogni minuto del suo giorno dentro un caffè dove con fretta beve il suo nero e fumante espresso col solo pensiero di andare a completare la propria opera d’arte prima che rimanga solo un sogno.<<Anche un ricorso, una causa, una petizione Richiede creatività – continua Salvo- e lavorare Circondati dalla musica di queste figure rende Ogni singolo istante più piacevole>>. Ci si ritrova A spendere la propria competenza insieme A queste immagini danzanti, <<a momenti si ha la sensazione di ingoiarli questi quadri e poi rimetterli in circolo per mezzo di qualche latinismo che sorridendo butti qua e là nelle cose che scrivi>> racconta Sandra la più giovane tra le collaboratrici. Fiero del progetto il maestro Arezzo: <<Un Pensiero comune tra me e l’Avvocato. Tutto E’ materia, tutto è vibrazione. È importante Catturare la traccia che coniuga spirito e carne E rendere tutti partecipi di questo dono>>. Un contenitore zeppo di emozioni e stimoli Questo allestimento; riprendendo il titolo Di uno dei quadri verrebbe da definirlo come un buio dove si può germogliare e rinascere. Di continuo. E in una location simile, tra arte, cultura E progresso fa sorridere sentire chi tra un Quadro e un altro, individuato quello – a suo Avviso- più bello addentando di gusto un tartina Dice <<sa di pecorino!>>. Iniziativa lodevole. Estrosa, creativa e al tempo stesso pratica. Per un nuovo protagonismo, di tutti.

 Lorena Grazia Mileti

il cinquecento "arezzo di trifiletti 2010"
il cinquecento “2010”

  SPAZIO FLUIDO

In una realtà moderna che spinge le persone a suddividere  la vita in compartimenti stagni, Claudio Arezzo di Trifiletti ha provato a creare una dimensione nuova, in cui arte e vita si intersecano ma non si annullano. Non esistono più degli spazi puramente finalizzati al lavoro, all’arte e alla vita sociale o allo studio. Tutto è un’unica dimensione. La risposta di Claudio Arezzo di Trifiletti agli schemi precostituiti dalla società è la creazione di uno spazio non –spazio nei luoghi più disparati, in una casa, in un grande magazzino, <<ovunque sia possibile dare un messaggio>>. Ed è grazie alla sua voglia di combattere e comunicare e alla lungimiranza dell’avvocato Giuseppe Gitto, che oggi è possibile ammirare un “non spazio” all’interno di un ufficio legale al primo piano di un palazzo Liberty in viale XX Settembre, proprio nel centro storico di Catania. In ogni ambiente, dalla reception all’archivio è possibile vedere opere, sculture e tele di diverse dimensioni. Delle semplici stanze sono diventate dei mondi nuovi, la razionalità degli spazi si è sposata con l’irrazionalità delle figure, gli arredi con i colori a volte violenti altre tenui dei dipinti. A primo sguardo non si nota nessun collegamento tra i quadri e lo studio, ma dopo aver capito ciò che i dipinti rappresentano è quasi scontata tale unione. << I due guerrieri che difendono l’uomo di oggi>> hanno impugnato la stessa spada e combattono insieme: la legge protegge l’uomo dagli attacchi e dai soprusi dei suoi simili e della società, e l’arte lo difende dal conformismo e dall’apatia, ricordandogli la sua unicità e il suo essere speciale.

Lucia Cataldo

Come una volta "arezzo di trifiletti 2005"
Come una volta “2005”

 La dinamicità dell’arte vive in uno “spazio fluido”

Una fucina di idee di un artista, che riesce a trasformare ambienti diversi e non convenzionali attraverso la sua sensibilità e la convinzione che dietro ogni oggetto si nasconda un’anima: <<Mi è stato proposto di esporre in questo studio e ho accettato volentieri. – spiega Claudio Arezzo di Trifiletti – In realtà non è la prima volta che scelgo posti insoliti all’arte. In passato, ad esempio, ho scelto di presentare le mie opere anche in un centro commerciale tra stand e carrelli. Adesso, la scelta di uno studio legale nasce dalla voglia di comunicare con più persone possibili, di coinvolgere anche chi non ha mai provato l’emozione di cogliere quelle suggestioni immaginifiche che solo l’arte può donare>>. Attraverso “Spazio Fluido” l’artista, trova l’occasione per rivivere a ritroso tutto il suo percorso creativo che l’ha visto operare nelle più belle città del mondo, da Berlino a Barcellona fino alla grande mela, dove ha potuto sperimentare la tecnica dell’”Imprints”, testimonianza assoluta della nostra esistenza su questa terra. Una testimonianza fatta di emozioni, sensazioni, eventi e storie da raccontare anche solo con un segno del nostro passaggio. L’entusiasmo e la forza di questo fortunato connubio artistico ha preso forma anche dalla volontà e il forte senso estetico dell’avvocato Gitto, grande appassionato d’arte nonché amico dell’artista: << Ho voluto fortemente che Claudio potesse esporre nel mio studio perché oltre ad avere ampi spazi che si prestano bene a una mostra, penso che l’arte possa dare valore aggiunto a quanti lavorano qui dentro. È un modo per realizzare uno spazio lavorativo più accogliente, un ambiente dinamico e gratificante>>. Perché è vero, quando l’arte si impossessa di noi, è difficile poterne rinunciare.

Marialuisa Silvestro

332 ataba - imprints egypt
332 ataba – imprints egypt

 “SPAZIO FLUIDO”: NUOVA ENERGIA PER CATANIA.

Da oggi in poi lo studio sarà arricchito dall’arte e dalle opere di Claudio Arezzo di Trifiletti, giovane artista 30enne, contrassegnato da una fortissima fede in Dio, che ha viaggiato il mondo, stendendo i suoi teli sulle strade, da Londra a Chicago, passando per Parigi e Barcellona, catturando le impronte dei passanti, come testimonianza che << un corpo in movimento contiene vita, vedendone le tracce nei suoi movimenti, nelle sue impronte>>. A vederlo in mezzo alle centinaia di amanti dell’arte, dai professionisti, agli studenti o semplici curiosi che si trovavano in zona, accorsi a vedere la trasformazione, Claudio Arezzo di Trifiletti, si mimetizza tra la folla, con il completo grigio leggermente gessato e l’occhiale dalla montatura sottile. Le sue opere esposte per lo studio, appartenente ad uno splendido palazzo Liberty del centro di Catania, sono tele in 3D completate da strumenti musicali a corda, materiali di scarto o tele in cortecce di carrubo. <<Anche i professionisti  – ha poi continuato l’avv. Gitto – abbiamo bisogno di un’alternativa creativa per contrastare la “freddezza” della nostra professione fatta solo di appuntamenti, telefonate e pile di fogli>>. Allo stesso tempo, lo stesso Claudio Arezzo sentiva l’esigenza che << fosse il momento giusto per un nuovo progetto, una nuova dimensione artistica, perché bisogna vivere ogni ambiente, professionale e non, in maniera consona al bello del genere umano>>. Claudio Arezzo di Trifiletti si è inoltre raccontato in un catalogo dal titolo “L’evoluzione del credo”, una raccolta di dipinti e installazioni dal 2000 al 2009, in cui le sue opere tracciano il senso del percorso compiuto nell’ultimo decennio, iniziato e non ancora conclusosi. L’arte creativa e l’arte forense si riuniscono così, in una grande idea divenuta progetto, dal carico energico incontenibile: questo è “Spazio fluido”, un luogo in cui le idee fluiscono per diventare nuova e rinnovata energia.

Valentina Raciti

Imprints Egypti 2010
Imprints Egypt 2010

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