shalom

21 Marzo 2007 – Breve pausa avevo bisogno di zuccheri, e solo oggi posso capirne l’importanza, dopo aver passato una giornata con una persona speciale, un barbone come osiamo chiamarli,che si e’ fermato sopra il lenzuolo, e mi ha parlato in inglese, ma io non parlo l’inglese, e allora ha iniziato a parlare italiano, e poi parlava con i cinesi in cinese ,con gli arabi in arabo, con i russi in russo, insomma conosceva tutte le lingue, aveva gli stessi occhi di Babbo Natale, e quando gli ho chiesto il suo nome Lui mi ha detto alla fine del pomeriggio dopo aver camminato per isolati, seduto in molti caffe’, averlo ascoltato per ore, sapeva molto sulla vita, direi di piu’, ed io pensavo, ma e’ Dio, ma se Lo fosse, mica lo confiderebbe, forse lo lascerebbe intuire, oppure, pensavo, e’ un ricco travestito da povero, le mani le aveva molto curate, la sua barba era pulita, la pelle sana, e non emetteva cattivo odore, ogni volta che gli chiedevo di mangiare un boccone Lui mi diceva, no grazie, Io ho il mio cibo, tu pensa per te, e gli ho solamente potuto offrire un caffe’, mi parlava di una eterna guerra, del bene e del male, di sua madre, che era la piu’ bella che ci sia, eppure Lui non la ha mai vista, e nemmeno suo padre, Lui dice che suo padre e morto nello stesso giorno del Re Vittorio, o almeno questo ho capito, mi parla della monarchia, come un bimbo parla dei lego, di Mussolini, mi fa’ entrare dentro il suo mondo, ma non troppo, mi parla del freddo, della gente che guarda solo le apparenze, della sua vita, anzi delle sue due vite, si perche’ lui mi parla di queste due vite, io a volte non riuscivo a seguirlo, quello che diceva era troppo veloce per il mio disco, poi alla fine passiamo per un negozio, e mi dice quello potrebbe essere il mio nome, ecco sembra una fiaba e a me piace crederci, il negozio si chiamava Shalom. E con questo per oggi e tutto, ritorno a dipingere le impronte di Lexington, a vedere germogliare tutti i semi che oggi mi sono stati donati, da chi apparentemente non ha nulla, che ha pensato anche a prendere dello zucchero per il mio caffe’, che alla fine, mi ha detto grazie di questo pomeriggio, che dopo che ho preferito dileguarmi per riprendere la mia storia, in sua assenza ora mi rendo conto che mi ha fatto dono della piu’ grande storia, fino ad oggi qui’ a N.Y.

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Pubblicato da arte involontaria

Omaggio Palazzo della Cultura Catania - Installazione Trovare una Soluzione (2011) Casa Museo Sotto l’Etna - Embrione "Il Giardino dentro il giardino" Villa Bellini - Indagini microcosmo. Pensatore di questo mondo, l’arte si pone un quesito: Trovare Soluzione. Autentiche angolazioni, naturale essenza si spoglia dell’artefatto. Dove le foglie si poggiano, spazio prende forma, ossigena la mente, dinamica sente, si assenta, trasforma. Dimensione onirica al chiaro di luna.